L’emergenza Covid non ha risparmiato neanche l’interprete simultaneo, che si converte sempre più in interprete da remoto. Ma cosa significa concretamente? ❓
L’interprete simultaneo diventa interprete da remoto ?
Hai sempre pensato all’interprete simultaneo rinchiuso in cabina e intento a tradurre importanti discorsi a una platea di gente munita di cuffie plurilingue? Ebbene, dimenticalo e per un attimo pensa a un interprete da remoto chino davanti al computer della sua cameretta e sepolto da un arsenale di attrezzature e nuove tecnologie. Se la riconversione allo smart working è una svolta per molte categorie professionali, per gli interpreti questo implica conoscenze e, diciamolo, competenze aggiuntive. E allora sì che l’interprete simultaneo di cui tanto abbiamo sognato ai tempi dell’università, fine artigiano e conoscitore della lingua, diventa un factotum dalle insospettabili capacità.
- L’interprete da remoto: chi è?
Vediamo nello specifico di cosa si tratta: per Remote Simultaneous Interpretation (RSI) si intende una condizione in cui oratore, pubblico e interprete sono dislocati in luoghi diversi; quest’ultimo lavora su una piattaforma online specifica che consente di far arrivare il messaggio su qualsiasi dispositivo elettronico degli uditori: pc, smartphone, tablet… Ovviamente, come avviene per l’interprete simultaneo “classico”, quello in presenza, anche l’interprete da remoto deve indossare delle cuffie ed essere in un ambiente completamente isolato. Ora, senza cadere subito nel pessimismo spesso associato all’interprete da remoto, esaminiamone prima gli aspetti negativi e poi quelli positivi:
- L’interprete da remoto: aspetti negativi ?
L’attività dell’interprete simultaneo, giusto per ribadirtelo, è già di per sé estremamente faticosa e stressante: il carico cognitivo ed emotivo non sono da sottovalutare… in fondo devi essere pronto a qualsiasi “stravaganza” linguistica e paralinguistica dell’oratore e avere subito in testa un equivalente traduttivo adeguato. Se oltre a questo aggiungi quello che in gergo è chiamato “tecnostress”, cioè lo stress dovuto al fatto che la gestione dell’attrezzatura tecnica (pc, fili, connessione, audio, video…) diventa di tua competenza (eh no, il tecnico che ti risolve i problemi in cabina non sarà lì a risparmiarti l’arduo compito! ?), allora devi avere davvero i nervi saldi e prepararti a una qualunque evenienza che potrebbe inficiare, e non di poco, il tuo già complesso lavoro.
E nel malaugurato caso in cui si verifichi un blackout e si spegne tutto? Indovina, la responsabilità è sempre dell’interprete! O, perlomeno, il cliente non ne sarà molto contento. A proposito di responsabilità, il contenuto che l’interprete simultaneo traduce deve rimanere strettamente riservato: bisogna quindi accertarsi che non ci sia qualche orecchio indiscreto nei paraggi (no, neanche il gatto!), altrimenti la responsabilità… insomma, hai capito, no?! Ecco perché anche chiamare un tecnico esterno diventa rischioso da un punto di vista di riservatezza delle informazioni.
Altro aspetto negativo è sicuramente il fatto di non avere quasi mai il “compagno di cabina”, condizione che getta l’interprete da remoto in una condizione di solitudine estrema, appesantita anche dal non poter vedere le reazioni degli uditori e non ricevere dunque alcun tipo di feedback.
- L’interprete da remoto: aspetti positivi ?
È ora di parlare però anche degli aspetti positivi… primo fra tutti il fatto di poter rimanere tranquilli a casa propria, il che è un notevole risparmio di tempo e di attrezzature “classiche” utilizzate dall’interprete simultaneo nella tradizionale cabina. Questo consente anche di abbassare un po’ le tariffe e non solo: le sessioni di lavoro durano meno anche per via delle tempistiche di controllo delle attrezzature tecniche.
I rischi sono inferiori in termini di costi e non solo: non è pur vero che la propria casa è il luogo più sicuro al mondo? ? E poi sai che stress doversi spostare da una parte all’altra, col rischio di arrivare in ritardo e non potersi accertare che tutto funzioni correttamente?! Almeno così, è vero che la responsabilità è dell’interprete da remoto, ma è anche vero che può studiarsi tutto nei minimi dettagli e prevedere se ci sono elementi da provare ed eventualmente aggiustare.
Del resto, il fatto di restare a casa significa pure poter accettare un numero maggiore di offerte lavorative ed essere facilmente disponibili per qualsiasi parte del mondo e in qualsiasi lingua. In questo modo, anche le combinazioni linguistiche più rare potranno trovare il loro spazio.
Inoltre, anche senza compagno di cabina, può comunque usufruire di tecnologie che lo aiutano quando traduce, come programmi ad hoc che registrano numeri, date e altri elementi fondamentali ma che potrebbero sfuggire alla memoria dell’interprete simultaneo.
Infine, gli interpreti sono solitamente amanti dell’ecologia: quindi, quale migliore occasione per ridurre l’inquinamento globale? ?
- Consigli utili per i clienti che vogliono affidarsi a un interprete da remoto
?Caro cliente in cerca di un interprete da remoto, ci permettiamo di darti qualche dritta per scegliere un buon servizio e garantire un lavoro perfetto:
- Come accennato sopra, l’interprete ha una responsabilità legale per quanto attiene alla riservatezza di ciò che traduce. Data la delicatezza del compito, assicurati che l’interprete simultaneo sia una persona esperta e fidata.
- Fai in modo che l’oratore sia in un ambiente quanto più possibile isolato: evitare le interferenze è importante per una traduzione efficace!
- Fai in modo di avere un’attrezzatura tecnica molto buona: anche in questo caso è fondamentale per agevolare il lavoro dell’interprete da remoto!
- Cerca di affidare l’incarico a una coppia di interpreti, come avviene normalmente in cabina: sarà di enorme supporto qualora ci siano problemi tecnici e l’interprete simultaneo non lavorerà in completa solitudine.
- Interprete da remoto: tiriamo le somme…
Quindi, giovane o aspirante interprete, sei pronto a lanciarti in questa nuova modalità di interpretariato? Al di là di tutte le difficoltà che comporta, se la risposta è no, considera che l’interprete da remoto è una modalità sviluppatasi già nell’era pre-Covid e in costante crescita. Chiamarsene fuori significa lasciarsi scappare numerose opportunità e rimanere esclusi dai mercati, ahinoi. È ovvio che bisogna farci il callo (ammetti pure che avevi scartato la traduzione per non dover restare incollato al computer per ore…), ma l’interpretariato da remoto è ormai una realtà entrata appieno tra le modalità di interpretariato. In conclusione, se la risposta è sì, allora preparati a una carriera ricca di sfide e responsabilità… ma anche di grandi opportunità e soddisfazioni!
L’autrice: Irene Perrone