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L’interprete da remoto: più vantaggi o svantaggi?

L’emergenza Covid non ha risparmiato neanche l’interprete simultaneo, che si converte sempre più in interprete da remoto. Ma cosa significa concretamente? ❓

L’interprete simultaneo diventa interprete da remoto ?

Hai sempre pensato all’interprete simultaneo rinchiuso in cabina e intento a tradurre importanti discorsi a una platea di gente munita di cuffie plurilingue? Ebbene, dimenticalo e per un attimo pensa a un interprete da remoto chino davanti al computer della sua cameretta e sepolto da un arsenale di attrezzature e nuove tecnologie. Se la riconversione allo smart working è una svolta per molte categorie professionali, per gli interpreti questo implica conoscenze e, diciamolo, competenze aggiuntive. E allora sì che l’interprete simultaneo di cui tanto abbiamo sognato ai tempi dell’università, fine artigiano e conoscitore della lingua, diventa un factotum dalle insospettabili capacità.

  • L’interprete da remoto: chi è?

Vediamo nello specifico di cosa si tratta: per Remote Simultaneous Interpretation (RSI) si intende una condizione in cui oratore, pubblico e interprete sono dislocati in luoghi diversi; quest’ultimo lavora su una piattaforma online specifica che consente di far arrivare il messaggio su qualsiasi dispositivo elettronico degli uditori: pc, smartphone, tablet… Ovviamente, come avviene per l’interprete simultaneo “classico”, quello in presenza, anche l’interprete da remoto deve indossare delle cuffie ed essere in un ambiente completamente isolato. Ora, senza cadere subito nel pessimismo spesso associato all’interprete da remoto, esaminiamone prima gli aspetti negativi e poi quelli positivi:

  • L’interprete da remoto: aspetti negativi ?

L’attività dell’interprete simultaneo, giusto per ribadirtelo, è già di per sé estremamente faticosa e stressante: il carico cognitivo ed emotivo non sono da sottovalutare… in fondo devi essere pronto a qualsiasi “stravaganza” linguistica e paralinguistica dell’oratore e avere subito in testa un equivalente traduttivo adeguato. Se oltre a questo aggiungi quello che in gergo è chiamato “tecnostress”, cioè lo stress dovuto al fatto che la gestione dell’attrezzatura tecnica (pc, fili, connessione, audio, video…) diventa di tua competenza (eh no, il tecnico che ti risolve i problemi in cabina non sarà lì a risparmiarti l’arduo compito! ?), allora devi avere davvero i nervi saldi e prepararti a una qualunque evenienza che potrebbe inficiare, e non di poco, il tuo già complesso lavoro.

E nel malaugurato caso in cui si verifichi un blackout e si spegne tutto? Indovina, la responsabilità è sempre dell’interprete! O, perlomeno, il cliente non ne sarà molto contento. A proposito di responsabilità, il contenuto che l’interprete simultaneo traduce deve rimanere strettamente riservato: bisogna quindi accertarsi che non ci sia qualche orecchio indiscreto nei paraggi (no, neanche il gatto!), altrimenti la responsabilità… insomma, hai capito, no?! Ecco perché anche chiamare un tecnico esterno diventa rischioso da un punto di vista di riservatezza delle informazioni.

Altro aspetto negativo è sicuramente il fatto di non avere quasi mai il “compagno di cabina”, condizione che getta l’interprete da remoto in una condizione di solitudine estrema, appesantita anche dal non poter vedere le reazioni degli uditori e non ricevere dunque alcun tipo di feedback.

  • L’interprete da remoto: aspetti positivi ?

È ora di parlare però anche degli aspetti positivi… primo fra tutti il fatto di poter rimanere tranquilli a casa propria, il che è un notevole risparmio di tempo e di attrezzature “classiche” utilizzate dall’interprete simultaneo nella tradizionale cabina. Questo consente anche di abbassare un po’ le tariffe e non solo: le sessioni di lavoro durano meno anche per via delle tempistiche di controllo delle attrezzature tecniche.

I rischi sono inferiori in termini di costi e non solo: non è pur vero che la propria casa è il luogo più sicuro al mondo? ? E poi sai che stress doversi spostare da una parte all’altra, col rischio di arrivare in ritardo e non potersi accertare che tutto funzioni correttamente?! Almeno così, è vero che la responsabilità è dell’interprete da remoto, ma è anche vero che può studiarsi tutto nei minimi dettagli e prevedere se ci sono elementi da provare ed eventualmente aggiustare.

Del resto, il fatto di restare a casa significa pure poter accettare un numero maggiore di offerte lavorative ed essere facilmente disponibili per qualsiasi parte del mondo e in qualsiasi lingua. In questo modo, anche le combinazioni linguistiche più rare potranno trovare il loro spazio.

Inoltre, anche senza compagno di cabina, può comunque usufruire di tecnologie che lo aiutano quando traduce, come programmi ad hoc che registrano numeri, date e altri elementi fondamentali ma che potrebbero sfuggire alla memoria dell’interprete simultaneo.

Infine, gli interpreti sono solitamente amanti dell’ecologia: quindi, quale migliore occasione per ridurre l’inquinamento globale? ?

  • Consigli utili per i clienti che vogliono affidarsi a un interprete da remoto

?Caro cliente in cerca di un interprete da remoto, ci permettiamo di darti qualche dritta per scegliere un buon servizio e garantire un lavoro perfetto:

  1. Come accennato sopra, l’interprete ha una responsabilità legale per quanto attiene alla riservatezza di ciò che traduce. Data la delicatezza del compito, assicurati che l’interprete simultaneo sia una persona esperta e fidata.
  2. Fai in modo che l’oratore sia in un ambiente quanto più possibile isolato: evitare le interferenze è importante per una traduzione efficace!
  3. Fai in modo di avere un’attrezzatura tecnica molto buona: anche in questo caso è fondamentale per agevolare il lavoro dell’interprete da remoto!
  4. Cerca di affidare l’incarico a una coppia di interpreti, come avviene normalmente in cabina: sarà di enorme supporto qualora ci siano problemi tecnici e l’interprete simultaneo non lavorerà in completa solitudine.

 

  • Interprete da remoto: tiriamo le somme…

Quindi, giovane o aspirante interprete, sei pronto a lanciarti in questa nuova modalità di interpretariato? Al di là di tutte le difficoltà che comporta, se la risposta è no, considera che l’interprete da remoto è una modalità sviluppatasi già nell’era pre-Covid e in costante crescita. Chiamarsene fuori significa lasciarsi scappare numerose opportunità e rimanere esclusi dai mercati, ahinoi. È ovvio che bisogna farci il callo (ammetti pure che avevi scartato la traduzione per non dover restare incollato al computer per ore…), ma l’interpretariato da remoto è ormai una realtà entrata appieno tra le modalità di interpretariato. In conclusione, se la risposta è sì, allora preparati a una carriera ricca di sfide e responsabilità… ma anche di grandi opportunità e soddisfazioni!

 

L’autrice: Irene Perrone

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La traduzione del menu: perché dovresti pensarci seriamente

Per chi opera nel settore food, la traduzione del menu può sembrare un passaggio accessorio e trascurabile, eppure non è così, soprattutto in questo 2020.

Il confinamento si allenta, la marcia verso il vaccino contro il Covid-19 prende piede, ricominciamo a uscire e i più fiduciosi hanno già preso aerei a medio raggio. Probabilmente nessuno di noi ricorda un periodo in cui poter andare al ristorante è stato tanto agognato, e gli operatori del settore HO.RE.CA, e del settore food in particolar modo, scalpitano.

Ogni ristorante si è dovuto attrezzare, tra sanificazione e distanziamento. I più previdenti hanno optato per la visualizzazione del menu tramite lettori di QR code per evitare il frequente passaggio di mani.

Perché non fare di necessità virtù e cogliere l’occasione per incaricare un traduttore del menu del ristorante in altre lingue? ??????

Perché è importante avere una buona traduzione del menu? ?

? Per correggere il tiro, o iniziare col piede giusto

Che la tua sia un’attività decennale o che tu decida di lanciarti nel settore food e aprire un ristorante, pizzeria, trattoria, non puoi esimerti dal prestare attenzione alle tendenze. Restyling della sala, cambio dei tovagliati, scelta di ingredienti a kilometro zero… e la comunicazione?

Un menu in una sola lingua può scavare un solco di incomunicabilità tra quello che hai da offrire e tanti potenziali clienti. Investire nella traduzione del menu e chiedere a un traduttore il menu in altre lingue si rivela una scelta vincente. Pensare che la traduzione del menu non serva, e trascurare questo aspetto, significa precludersi una fetta di successo. Soprattutto in un paese come l’Italia, con la sua forte vocazione al settore HO.RE.CA, e questo un traduttore lo sa.

? Chiarezza e praticità nella traduzione del menu

Il menu è innanzitutto un biglietto di presentazione per chiunque operi nel settore food. Contenuti chiari a chi sceglie il tuo ristorante mettono il cliente nella giusta disposizione d’animo. Dimostrano che chi offre il servizio ha a cuore il benessere del consumatore, tanto da sforzarsi di rendere comprensibile e familiare l’offerta.

Chi non sa cosa sia una brunoise di verdure potrebbe trovarsi in imbarazzo a fare domande, o finire col fare rapide ricerche sul telefonino. Insomma, una strada un po’ tortuosa quando vorrebbe solo sedersi e ordinare. Se però facendo una semplice scansione potesse scegliere la lingua desiderata non sarebbe un punto a favore del ristorante?

? Il vantaggio della traduzione del menu nel settore food è anche pratico: se la descrizione dei piatti di un ristorante è chiara, il personale di sala dovrà fare meno andirivieni tra i tavoli e la cucina per fugare con lo chef eventuali dubbi.

? Preservare l’importanza dell’esperienza

Abbiamo desiderato smodatamente uscire e viaggiare, e quando finalmente rimettiamo piede in un ristorante, siamo affamati di esperienze e carichi di aspettative. È un po’ come se si tornasse a conoscere con la bocca, come quando eravamo bambini di pochi mesi di vita.

Ogni ostacolo tra noi e l’assaporare (letteralmente) altri universi inficia l’esperienza, la percezione che rimarrà nel nostro ricordo, che porteremo con noi e che magari racconteremo in una recensione sul web.

Cosa vorresti che scrivessero i clienti del tuo ristorante? “Piatto buonissimo, ma ordinato a scatola chiusa perché il menu è incomprensibile”?

? Ritorno d’immagine del ristorante

Avremo pure TripAdvisor, ma per il settore food, e in generale per il settore HO.RE.CA, il passaparola rimane forse la strategia di fidelizzazione più efficace. Un cliente soddisfatto perché è riuscito a fare una scelta consapevole delle pietanze parlerà bene di te, anche all’estero! Una buona traduzione del menu non è solo bella e utile da leggere, è una coccola per il cliente.

Cosa fare se hai scelto di avere la traduzione del menu?❓

Hai scelto di incaricare un traduttore del menu del ristorante nella lingua (anche più di una!) che ti interessa? Quali sono gli aspetti a cui prestare attenzione e i passi da seguire?

? Evitare assolutamente che un traduttore automatico faccia la traduzione del menu

“Fishing ice cream” e “jumped rice” (per “gelato pesca” e “riso saltato”) sono solo un paio di esempi degli orrori traduttivi che popolano trattorie e ristoranti, ma la lista potrebbe allungarsi all’infinito. Il web è pieno di bestiari della traduzione automatica, e il settore food con la sua prolificità nella traduzione del menu fa decisamente la parte del leone.

È possibile che nella tua esperienza di utente tu abbia talvolta confrontato input e output (perché magari hai un’infarinatura della lingua di arrivo). E ti sia reso conto che il risultato era passabile. Avrai pensato: “allora funziona!”, e hai finito per usare un traduttore automatico per la traduzione del menu.

Il rischio di scivolone è sempre dietro l’angolo, anche nel settore food, se non c’è un attento monitoraggio del risultato, e questo, per fortuna, c’è chi lo fa di mestiere! Si chiama traduttore.

? Individuare una clientela di riferimento, quando possibile

Ricordiamoci che non bisogna per forza essere turisti. Non tutti gli stranieri che risiedono in un dato Paese hanno la stessa dimestichezza con la lingua locale, ma non sono gli unici a cui pensare.

Oltre alle sempre più frequenti e dichiarate allergie e intolleranze, ci sono persone che per motivi culturali scelgono di non consumare determinati ingredienti. Dare accesso a contenuti chiari è un gesto di apertura nei confronti di tutti, che sia nel settore food o altro.

Per tornare brevemente all’esperienza del viaggio, ricordati che c’è chi vive le esperienze culinarie come un’esigenza fisiologica. Se rispondi a un bisogno, il tuo cliente non può che esserne felice.

? Incaricare un traduttore del menu nella lingua che ti interessa

Nel momento in cui si decide di commissionare la traduzione del menu, la persona a cui affiderete l’incarico (traduttore indipendente o agenzia di traduzione) sarà ben lieta di ricevere delle dritte sulla clientela tipo del ristorante (se ce n’è una).

Se non hai in mente una clientela tipo, sentiti libero di spiegare al traduttore che menu vuoi: uno che specifichi i formati di pasta? Uno che sottolinei l’aspetto gourmet? Uno che mantenga intatti i termini della tradizione locale? Più sarai specifico, più il traduttore sarà sul pezzo.

Quali altri vantaggi ci sono nell’incaricare un traduttore del menu del tuo ristorante? ?

? Migliora l’interazione cliente-personale

Se scegli di avere informazioni immediate e descrizioni “parlanti”, nasceranno meno dubbi nel cliente, che di conseguenza sarà portato a fare meno domande. Questo ti permetterà di ottimizzare i tempi!

Ricorda che in molte culture è presente un forte senso della discrezione, per cui il cliente potrebbe trattenersi dal fare domande per non creare disturbo. Avere maggiore completezza di informazioni sul menu può essere d’aiuto.

Le soluzioni speech-to-text in cui il cliente parla al microfono dello smartphone e i contenuti vengono tradotti non sempre aiutano, perché il lavoro è svolto dal traduttore automatico, acerrimo nemico del settore food!

La traduzione del menu è il giusto completamento al layout che sceglierai

Il layout del menu dipende da te, ma non dimenticare di farlo presente al traduttore del menu che sceglierai. Se riesci ad avere una consulenza professionale sull’impaginazione sarà tanto di guadagnato! Anche nel settore food l’occhio vuole la sua parte. Vuoi inserire solo del testo? Testo e immagini? Inutile scendere nei dettagli della descrizione di una sette veli se avrai una carta dei dolci illustrata.

➡️ Presta attenzione al modo in cui inserire allergeni, icone per segnalare pasti vegani, vegetariani o senza glutine. Tutto questo può solo trarre vantaggio dalla consulenza di uno o più professionisti.

? Lavori nel settore food e non sai a chi rivolgerti per tradurre il menu del tuo ristorante? Mandaci una mail per un preventivo gratuito e senza impegno!

 

? L’autrice: Lucia Lo Conti, traduttrice, copywriter, appassionata di turismo, stagista presso l’agenzia Verbavox. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Interpretazione presso la SSLMIT di Forlì, ha maturato esperienza in diversi settori dell’offerta turistica, dal MICE al crocierismo, continuando a coltivare il suo interesse verso le tecnologie applicate alla traduzione e la transcreazione.

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Turismo Made in Italy

La traduzione in aiuto del Made in Italy ??

Nel mondo, ma soprattutto nel nostro Bel Paese, uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi sanitaria è purtroppo il turismo. Ora più che mai è quindi fondamentale pubblicizzare le nostre meraviglie Made in italy (cultura, arte, cucina, natura), per attirare sia i turisti nostrani che i turisti stranieri. Ma come fare? Uno strumento di promozione da non sottovalutare è sicuramente la traduzione, anzi, per essere più precisi, un tipo di traduzione che si chiama localizzazione.

Alcuni si chiederanno di sicuro di che cosa si tratta. Ebbene, la localizzazione è uno strumento utilissimo che consiste nell’adattare un prodotto, un dispositivo, un testo, un sito legato al turismo, per rimanere in tema, a seconda della cultura del paese parlante la lingua in cui si traduce. Si tratta quindi di tradurre il sito di un museo, un hotel o un’attrazione, adattandolo alla cultura del potenziale turista che legge.

La traduzione turistica

Questo tipo di traduzione, perché sia davvero efficace e aiuti concretamente il turismo del nostro Paese, deve essere affidata a traduttori estremamente competenti e in possesso di conoscenze dettagliate su tutto ciò che ruota intorno al turismo italiano: storia, cultura, arte, cibo, tempo libero…in una parola (anzi tre): Made in Italy.

Ma non solo! I traduttori, tedeschi se si rivolgono a un pubblico tedesco, americani se scrivono per una clientela statunitense ecc. devono, con uno stile informale e accattivante, attrarre i loro connazionali facendo leva su quegli elementi linguistici e culturali capaci di trasmettere l’atmosfera e la bellezza del luogo, in questo caso l’Italia, che pubblicizzano.

Quali sono i problemi della traduzione turistica??

Come tutte le traduzioni, anche la traduzione turistica pone dei problemi che non possono essere ignorati. Una traduzione localizzata erroneamente può produrre un’immagine negativa non soltanto della meta di vacanza di cui si parla, ma addirittura dell’intero Paese! È per questo che i traduttori devono imperativamente non solo conoscere i prodotti di cui parlano, ma soprattutto le norme socioculturali legate alla lingua e al pubblico d’arrivo.

?Tra le cose più difficili da tradurre in una lingua vi sono i realia, ossia tutte quelle parole che fanno parte esclusivamente di una determinata cultura e sono quindi, per così dire, intraducibili.

Per quanto riguarda la lingua italiana, i primi realia che mi vengono in mente riguardano sicuramente il re del Made in Italy, ossia il cibo. Tradurre il menu di un ristorante è quindi un’impresa più difficile di quanto non si pensi! Come tradurre in francese, per esempio, piatti tipici imprescindibili della cucina veneta come le sarde in saor o il baccalà matencato? O ancora, come spiegare in inglese la differenza tra le tagliatelle e i tagliolini?

Il Made in Italy è ricco di realia: pensiamo a delle abitudini tutte italiane come, per esempio, la merenda a metà pomeriggio o al concetto dell’apericena, così in voga negli ultimi anni. Come spiegarlo in cinese o in russo?

Un traduttore deve quindi trovare un modo per spiegare nella propria lingua e ai propri connazionali cibi, abitudini e concetti sconosciuti e, allo stesso tempo, renderli interessanti e affascinanti. Non è cosa da poco!

Come risolvere le difficoltà traduttive? ❓

 

Anche se il turismo Made in Italy riposa anche sulla bellezza delle città d’arte, sulla ricchezza dei musei, sullo splendore della natura, rimaniamo sul cibo e vediamo come fare fronte ad alcuni problemi traduttivi.

Ammettiamo di dover tradurre per un pubblico asiatico il sito di un qualsiasi ristorante italiano che ha come piatto forte gli “spaghetti allo scoglio”.

Quali sono le opzioni? Le possibilità sono diverse e spetta al traduttore, che conosce il pubblico di arrivo, scegliere quella più vantaggiosa per il cliente, in questo caso il ristorante. Potrebbe lasciare spaghetti dando per scontato che tutti sappiano di che cosa si tratti; potrebbe parlare di pasta, termine generico sicuramente noto a chiunque (anche se noi italiani sappiamo bene che gli spaghetti sono molto di più!); oppure potrebbe naturalizzarli, quindi adattarli alla cultura di arrivo, e parlare di noodles, una sorta di pasta lunga che sicuramente genererà un’immagine chiara nella mente del cliente asiatico che leggerà il menu.

Qual è l’opzione migliore? Dipende. Per questo è fondamentale che la traduzione turistica sia affidata a dei professionisti.

Rilancio Post-Covid del Made in Italy ?

Dato che testi localizzati correttamente, che siano siti di ristoranti, hotel, musei, guide turistiche, o banalmente pubblicità fatte ad hoc per incrementare il turismo, possono conferire crescita economica a una regione o a un Paese intero, traduciamo, traduciamo più che possiamo!

Che quegli agriturismi che fino ad oggi si sono rivolti soltanto a un turismo nazionale usino la traduzione per farsi conoscere e per far conoscere al mondo soprattutto il concetto di “agriturismo” che, ancora una volta, è così italiano! Gli spagnoli e i francesi, per esempio, parlano di “turismo rurale”, un termine che vuol dire tutto e niente. Spieghiamo quindi che cosa sono gli agriturismi, mostriamo foto di quei casolari toscani dove si possono assaggiare vini eccezionali e gustare prodotti non solo Made in Italy, ma fatti letteralmente in casa.

Che i musei traducano in più lingue possibili i loro siti e che sponsorizzino nei giornali, alla televisione, in tutte le reti sociali di cui il mondo dispone la magnificenza delle loro statue, dei loro dipinti, dei loro affreschi… Bisogna fare in modo, e la traduzione può permetterlo, che in Cina si parli della meravigliosa bellezza dei Bronzi di Riace del Museo di Reggio Calabria, che si traducano in arabo guide che raccontano di un’Italia nascosta, di borghi medievali e cittadine segrete in regioni meno note agli stranieri come l’Umbria, il Molise, l’Abruzzo.

Traduciamo quindi più che possiamo e facciamolo fare a traduttori professionisti che amano il nostro Paese e che sanno che cosa i loro connazionali vogliono vedere, scoprire e conoscere.

Rilanciamo l’Italia tramite la sponsorizzazione del turismo e la pubblicità di tutto ciò che è Made in Italy e facciamolo nelle testate giornalistiche straniere, in Internet, in Tv. Ma riscopriamola anche noi italiani, non solo in quest’anno difficile, ma anche in futuro!

 

L’autrice: Angela Gatto, studentessa di letteratura francese e aspirante traduttrice professionista, stagista presso Verbavox. Ha conseguito la laurea triennale e la laurea magistrale in Traduzione specializzata presso la SSLMIT di Trieste.

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Empire DisneyPlus : quel rôle pour les traducteurs ?

DisneyPlus devient le nouveau dada de cette quarantaine ! 

Sortie récente d’il y a à peine quelques mois, la plateforme remporte un franc succès et compte déjà plus de 60 millions d’utilisateurs, bien plus des 50 millions l’année par an espérés par The Walt Disney Company
Un chiffre record, comparé avec celui de son « concurrent » direct, Netflix, qui à l’heure actuelle, et après 23 ans sur le marché, enregistre ‘seulement’ 167 millions d’utilisateurs. 

En tant qu’agence de traduction spécialisée dans le sous-titrage de supports audiovisuels, cela nous semble pertinent d’aborder aussi le phénomène Disney d’un point de vue traductologique et interculturel. Surtout, après avoir parlé dans notre précédent article du rôle clé que jouent les traducteurs travaillant pour Netflix. 

Par où commencer donc pour sous-titrer et doubler un Disney ? 

Les dessins animés sont parmi les contenus audiovisuels les plus insidieux car plusieurs aspects doivent être pris en considération au moment de la traduction, ce qui peut compliquer la tâche. 

Quelles sont donc les difficultés ? 

Il faut, comme toute traduction, que l’effet suscité par le rendu final soit équivalent à l’original. Ceci est particulièrement difficile car chaque scène et phrase doit être en ligne avec plusieurs autres éléments : la cohérence avec la globalité du produit audio-cultu-textuel, la cohérence avec les images et les expressions, le nombre de caractères et le son. Son qui demeure tout aussi important également en phase de sous-titrage et non seulement en phase de doublage, où il revêt un rôle capital.

Les chansons, quant à elles, mériteraient un deuxième article à part. Leurs paroles doivent, en effet, respecter une métrique et un nombre de caractères particuliers. Souvent, elles sont imprégnées de jeux de mots et de connotations essentielles pour définir le caractère des personnages ou laisser entendre certains aspects sous-jacents. 

Le traducteur doit donc garder à l’esprit que plusieurs types d’adaptations seront à prévoir. Qu’est-ce que cela signifie concrètement ? 

Voici quelques exemples de points d’attention : 

  • Adaptation linguistique : registre de langue, jeux de mots, métaphores, paroles des chansons 
  • Adaptation culturelle : images, références, noms des personnages
  • Adaptation audiovisuelle : nombre de caractères, métrique, synchronisation des sous-titres et des voix doublées. 
  • Adaptation phonique (uniquement pour le doublage) : prononciation, accent, intonation, synchronisation labiale.

Quels sont donc les risques pouvant s’écouler d’une mauvaise adaptation ? 

Produit de la globalisation, cette plateforme étant conçue pour développer une sorte de démocratie culturelle, il est ainsi nécessaire que les traductions et les voix soient adaptées au public cible et à leur imaginaire culturel. 

Un exemple frappant d’adaptation pourrait être Mulan dans les versions américaine et chinoise. Le récit très axé sur les hommes en VO, laisse sa place dans la version chinoise à un récit orienté famille, beaucoup plus cohérent d’un point de vue culturel. Pourquoi plus adapté donc ? Car la Chine essaie depuis plus de 50 ans de promouvoir l’égalité des genres. 

The Walt Disney Company a été tachée maintes fois par le passé de relayer des représentations culturelles débouchant sur les stéréotypes, mais  toujours est-il que le traducteur dans ce contexte atypique n’est plus seulement un simple passeur de sens. Il devient à bon escient un médiateur culturel, un passeur de valeurs interculturelles. 

Il y a quelques jours j’ai regardé le nouveau film d’Aladdin et sa version en dessin animé et je me suis interrogée sur quelque chose que je n’avais jamais remarqué jusqu’à aujourd’hui. La VO de la célèbre chanson « A whole New World » est magnifique et émotionnellement frappante, alors que la traduction italienne parle de possession. Le titre de la chanson en italien étant, en effet, « Il Mondo è Mio », littéralement « Le Monde est à moi », il m’appartient.

En considérant que Jasmine est une princesse, cela sonne assez arrogant et prétentieux venant de la bouche d’une privilégiée. La chanson en VO par contre est un véritable hymne à l’amour, peut-être même le duo le plus romantique de tous les temps. Et c’est certainement un aspect qui manque dans l’italien où une dimension plus spirituelle de l’amour est remplacée par un sentiment plus concret de propriété, voire de domination. Est-ce que cela est correct culturellement ? Les italiens se sentiraient-ils des dominateurs ou seraient-ils attachés à la notion de possession ? D’après nous, cette traduction, au delà de l’aspect purement traductologique de l’histoire, est incorrecte aussi sur le plan culturel. 

Cet exemple montre donc à quel point une mauvaise adaptation pourrait entraîner un rejet culturel catégorique du même produit filmique. 

Que pensez-vous de cette plateforme et plus généralement de la façon dont les produits Disney, Marvel, etc, sont adaptés ? Avez-vous des exemples à partager qui auraient marqué votre esprit ? Vous pourriez peut-être aimer aussi notre article sur l’importance des traducteurs travaillant pour Netflix !