La traduzione in aiuto del Made in Italy ??
Nel mondo, ma soprattutto nel nostro Bel Paese, uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi sanitaria è purtroppo il turismo. Ora più che mai è quindi fondamentale pubblicizzare le nostre meraviglie Made in italy (cultura, arte, cucina, natura), per attirare sia i turisti nostrani che i turisti stranieri. Ma come fare? Uno strumento di promozione da non sottovalutare è sicuramente la traduzione, anzi, per essere più precisi, un tipo di traduzione che si chiama localizzazione.
Alcuni si chiederanno di sicuro di che cosa si tratta. Ebbene, la localizzazione è uno strumento utilissimo che consiste nell’adattare un prodotto, un dispositivo, un testo, un sito legato al turismo, per rimanere in tema, a seconda della cultura del paese parlante la lingua in cui si traduce. Si tratta quindi di tradurre il sito di un museo, un hotel o un’attrazione, adattandolo alla cultura del potenziale turista che legge.
La traduzione turistica
Questo tipo di traduzione, perché sia davvero efficace e aiuti concretamente il turismo del nostro Paese, deve essere affidata a traduttori estremamente competenti e in possesso di conoscenze dettagliate su tutto ciò che ruota intorno al turismo italiano: storia, cultura, arte, cibo, tempo libero…in una parola (anzi tre): Made in Italy.
Ma non solo! I traduttori, tedeschi se si rivolgono a un pubblico tedesco, americani se scrivono per una clientela statunitense ecc. devono, con uno stile informale e accattivante, attrarre i loro connazionali facendo leva su quegli elementi linguistici e culturali capaci di trasmettere l’atmosfera e la bellezza del luogo, in questo caso l’Italia, che pubblicizzano.
Quali sono i problemi della traduzione turistica??
Come tutte le traduzioni, anche la traduzione turistica pone dei problemi che non possono essere ignorati. Una traduzione localizzata erroneamente può produrre un’immagine negativa non soltanto della meta di vacanza di cui si parla, ma addirittura dell’intero Paese! È per questo che i traduttori devono imperativamente non solo conoscere i prodotti di cui parlano, ma soprattutto le norme socioculturali legate alla lingua e al pubblico d’arrivo.
?Tra le cose più difficili da tradurre in una lingua vi sono i realia, ossia tutte quelle parole che fanno parte esclusivamente di una determinata cultura e sono quindi, per così dire, intraducibili.
Per quanto riguarda la lingua italiana, i primi realia che mi vengono in mente riguardano sicuramente il re del Made in Italy, ossia il cibo. Tradurre il menu di un ristorante è quindi un’impresa più difficile di quanto non si pensi! Come tradurre in francese, per esempio, piatti tipici imprescindibili della cucina veneta come le sarde in saor o il baccalà matencato? O ancora, come spiegare in inglese la differenza tra le tagliatelle e i tagliolini?
Il Made in Italy è ricco di realia: pensiamo a delle abitudini tutte italiane come, per esempio, la merenda a metà pomeriggio o al concetto dell’apericena, così in voga negli ultimi anni. Come spiegarlo in cinese o in russo?
Un traduttore deve quindi trovare un modo per spiegare nella propria lingua e ai propri connazionali cibi, abitudini e concetti sconosciuti e, allo stesso tempo, renderli interessanti e affascinanti. Non è cosa da poco!
Come risolvere le difficoltà traduttive? ❓
Anche se il turismo Made in Italy riposa anche sulla bellezza delle città d’arte, sulla ricchezza dei musei, sullo splendore della natura, rimaniamo sul cibo e vediamo come fare fronte ad alcuni problemi traduttivi.
Ammettiamo di dover tradurre per un pubblico asiatico il sito di un qualsiasi ristorante italiano che ha come piatto forte gli “spaghetti allo scoglio”.
Quali sono le opzioni? Le possibilità sono diverse e spetta al traduttore, che conosce il pubblico di arrivo, scegliere quella più vantaggiosa per il cliente, in questo caso il ristorante. Potrebbe lasciare spaghetti dando per scontato che tutti sappiano di che cosa si tratti; potrebbe parlare di pasta, termine generico sicuramente noto a chiunque (anche se noi italiani sappiamo bene che gli spaghetti sono molto di più!); oppure potrebbe naturalizzarli, quindi adattarli alla cultura di arrivo, e parlare di noodles, una sorta di pasta lunga che sicuramente genererà un’immagine chiara nella mente del cliente asiatico che leggerà il menu.
Qual è l’opzione migliore? Dipende. Per questo è fondamentale che la traduzione turistica sia affidata a dei professionisti.
Rilancio Post-Covid del Made in Italy ?
Dato che testi localizzati correttamente, che siano siti di ristoranti, hotel, musei, guide turistiche, o banalmente pubblicità fatte ad hoc per incrementare il turismo, possono conferire crescita economica a una regione o a un Paese intero, traduciamo, traduciamo più che possiamo!
Che quegli agriturismi che fino ad oggi si sono rivolti soltanto a un turismo nazionale usino la traduzione per farsi conoscere e per far conoscere al mondo soprattutto il concetto di “agriturismo” che, ancora una volta, è così italiano! Gli spagnoli e i francesi, per esempio, parlano di “turismo rurale”, un termine che vuol dire tutto e niente. Spieghiamo quindi che cosa sono gli agriturismi, mostriamo foto di quei casolari toscani dove si possono assaggiare vini eccezionali e gustare prodotti non solo Made in Italy, ma fatti letteralmente in casa.
Che i musei traducano in più lingue possibili i loro siti e che sponsorizzino nei giornali, alla televisione, in tutte le reti sociali di cui il mondo dispone la magnificenza delle loro statue, dei loro dipinti, dei loro affreschi… Bisogna fare in modo, e la traduzione può permetterlo, che in Cina si parli della meravigliosa bellezza dei Bronzi di Riace del Museo di Reggio Calabria, che si traducano in arabo guide che raccontano di un’Italia nascosta, di borghi medievali e cittadine segrete in regioni meno note agli stranieri come l’Umbria, il Molise, l’Abruzzo.
Traduciamo quindi più che possiamo e facciamolo fare a traduttori professionisti che amano il nostro Paese e che sanno che cosa i loro connazionali vogliono vedere, scoprire e conoscere.
Rilanciamo l’Italia tramite la sponsorizzazione del turismo e la pubblicità di tutto ciò che è Made in Italy e facciamolo nelle testate giornalistiche straniere, in Internet, in Tv. Ma riscopriamola anche noi italiani, non solo in quest’anno difficile, ma anche in futuro!
L’autrice: Angela Gatto, studentessa di letteratura francese e aspirante traduttrice professionista, stagista presso Verbavox. Ha conseguito la laurea triennale e la laurea magistrale in Traduzione specializzata presso la SSLMIT di Trieste.