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Agences VS indépendants : comment choisir ?

Chaque entreprise est tôt ou tard confrontée à cette question : vaut-il mieux travailler avec des freelances ou avec une agence ?

Dans cet article nous essayons de faire un comparatif des avantages et des inconvénients de ces deux options.

Pourquoi travailler avec une agence ?

La valeur ajoutée d’une agence est sans aucun doute le fait qu’il s’agit d’une solution      « clés en main ». L’aspect attractif pour les entreprises est en effet la possibilisé d’externaliser la gestion de projets, par exemple dans le cadre d’une internationalisation (avec la traduction d’un site web et de toute la communication) à un fournisseur habitué à gérer des projets multilingues impliquant plusieurs intervenants de langues différentes. Une agence garde une vue d’ensemble sur le projet et y apporte son expérience.

Une agence est un intermédiaire unique avec qui échanger, qui regroupe toutes les directives du client pour chaque projet. L’agence se charge de trouver les intervenants (traducteurs, rédacteurs, relecteurs, etc.) qualifiés pour le projet, qui respectent la déontologie propre au métier, et respecte elle-même des critères de qualité et surtout fait vérifier la traduction par une deuxième personne (le réviseur).

Côté prix, les agences proposent des tarifs préétablis, concurrentiels, ce qui diminue le risque de recevoir des devis différents de ceux de la concurrence.

Pourquoi choisir un freelance ?

Les avantages apportés par les freelances sont eux aussi considérables :

Un freelance est un professionnel qui travaille pour son propre compte et qui est donc en première ligne. Cela veut dire qu’il fera toujours son maximum pour fournir un travail plus que satisfaisant.

Il aura tendance à être plus flexible et réactif. Utile si un projet est urgent.

 

Une entreprise pourra établir un rapport professionnel direct dans la durée, ce qui lui permettra de connaître de mieux en mieux les besoins de votre entreprise.

Pourquoi ne pas travailler avec une agence ?

Certaines agences peu scrupuleuses et dont le cœur de métier n’est pas la traduction sélectionnent des sous-traitants non qualifiés, souvent pour augmenter leur marge en baissant la rémunération de ces freelances.

Pourquoi ne pas choisir un freelance ?

Un freelance n’est pas à même de gérer un projet multilingue : la plupart des traducteurs freelance sont microentrepreneurs et ne peuvent donc pas sous-traiter.

Quoi qu’il en soit, renseignez-vous sur votre prochain fournisseur !

Dans les deux cas, il est toujours important de se renseigner sur qui est le fournisseur avec lequel vous souhaitez travailler : procédure de sélection des sous-traitants, expérience, diplômes d’études dans le secteur.

 

Qui êtes-vous, pour écrire tout cela ?

Nous sommes Verbavox Translations, une agence qui est née de la volonté de se démarquer des agences de traduction traditionnelles.

Comment ?

 Par une approche humaine (avec nos sous-traitants) et transparente (avec nos clients).

 

 Par des critères de qualité et de respect de la déontologie.

 

 Par notre réactivité et notre flexibilité.

 

 

Après des expériences en agence mais aussi plusieurs années passées à travailler en tant qu’indépendantes, nous avons décidé d’ouvrir notre propre agence de traduction.

Notre objectif ? Apporter notre expertise à chaque client, en conjuguant les avantages des agences et des freelances, et en éliminant les faiblesses des uns et des autres.

Êtes-vous d’accord avec nos observations ?

Partagez-nous !

L’auteure : Marion Costanza Mandro, traductrice et directrice-générale de l’agence de traductions Verbavox Translations.

Après avoir obtenu une licence en médiation linguistique interculturelle au Département d’Interprétation et de Traduction de Bologne, elle a obtenu un master en traduction technique, économique et éditoriale à l’E.S.I.T. de Paris. Elle est spécialisée en traduction technique et B2B.

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Traduttore, sai scrivere il CV perfetto? (Parte 2)

Il secondo articolo con i nostri consigli sulla scrittura di un super CV da traduttore.

Disclaimer: i consigli contenuti in questo articolo riflettono l’esperienza dell’autrice, e non si vogliono in nessun modo autorevoli.

 

Ben ritrovato/a!

Ricordi? Parlavamo di cosa fare e cosa non fare per diventare un PRO della traduzione agli occhi di un recruiter. Rispondiamo oggi ad alcune delle domande più interessanti che ci avete rivolto negli ultimi giorni.

Se sei freelance, dimentica l’indirizzo di residenza: ormai non ha più senso. Alle agenzie interessa sapere sotto che forma giuridica lavori. Altro consiglio? Togli l’età. Un traduttore viene selezionato per le sue competenze ed esperienze. A maggior ragione, se sei neolaureato, l’anno di conseguimento del diploma parlerà da sé… meglio non attirare ulteriormente l’attenzione sulla tua giovane età!

 

Devo inserire il mio portafoglio clienti ?

La risposta è: dipende. Alcuni lead potranno essere rassicurati dal fatto di vedere altri nomi di marchi/agenzie di qualità tra i tuoi clienti, altri saranno invece scoraggiati dal fatto di vedere i loro concorrenti nella lista.

Altro piccolo suggerimento? Aggiungi la dicitura “portafoglio clienti su richiesta” e condividilo con chi vuoi.

Devo inserire il tariffario nel mio CV?

Meglio di no. Lascialo in un file distinto che adatterai in funzione dell’agenzia che stai contattando e della specializzazione per la quale ti proponi. Anche se sono spesso le agenzie di traduzione a proporre il prezzo di una prestazione, ricorda che è illegale imporre un prezzo a un fornitore (il traduttore), e che questi ha il diritto di rifiutare e/o di negoziare. Stessa cosa quando subappalti un lavoro: andrebbe sempre prima chiesto un preventivo, ed eventualmente chiedere se è il collega è disposto a scendere a compromessi.

 

Cosa scrivere nella mail in cui si invia il proprio curriculum?

Cerca di scrivere una mail corta e che vada dritta al punto, l’ideale sarebbe fare qualche ricerca e rivolgersi direttamente al nome del responsabile risorse umane (grazie Linkedin!) In oggetto scrivi qualcosa simile a “Prestazioni di traduzione”, oppure “Proposta di collaborazione”. Un oggetto frizzante e limpido inciterà il lettore ad aprire la tua mail, anche a costo di farti scambiare per un cliente alla ricerca di una traduzione 😉

 

Esempio:

Mi chiamo _____, sono una traduttrice laureata in ______ a ______,

lavoro nelle seguenti combinazioni: _____ e nei seguenti settori:

  • [elenco puntato]
  • [elenco puntato]

A fianco a ogni settore, indica sinteticamente come hai acquisito l’esperienza in questione.

Mi permetto di inviarLe in allegato il mio CV per ulteriori dettagli sul mio profilo.

 

La firma professionale 

Una foto professionale (gli studi di fotografia esistono ancora!) ispira fiducia e permette di associare un volto al tuo nome).

 

Nome COGNOME

Traduttore/Traduttrice + specializzazione (giuridico/a, letterario/a, tecnico/a, medico/a, ecc.) 

Combinazione linguistica (lingue passive → lingue attive)

Tel. o Cell.

E-mail

Profilo professionale o link al tuo sito internet

 

E poi?

Dopo l’e-mail di candidatura spontanea (oppure in risposta a un annuncio), l’agenzia invierà un piccolo test di traduzione generalmente non retribuito (ATTENZIONE, MASSIMO 300 PAROLE! – Per test più lunghi, chiedete di essere remunerati. Alcune ‘agenzie’ marciano bellamente su questo sistema facendo tradurre gratuitamente un documento segmentandolo e facendolo passare come test).

A seconda delle agenzie, il test verrà corretto in due settimane-un mese massimo.

Fatti vivo/a se non ricevi alcuna risposta: dimostrerai interesse e riporterai l’attenzione sul tuo profilo. Alcune agenzie inviano un feedback, altre no: chiedilo sempre. Se il test avrà avuto esito positivo, l’agenzia ti inserirà nel suo database di prestatori di servizio. Manda una mail ogni tanto per non finire nel dimenticatoio e per dimostrare il tuo interesse a lavorare con loro. Privilegia sempre lo scambio telefonico, più immediato e più utile per tastare il terreno e l’umore del tuo interlocutore, ma anche per differenziarti da tutti quei traduttori ormai abituati a comunicare unicamente via computer.

Possono sembrare ovvietà, ma sono piccoli dettagli che ti permetteranno di rimanere sempre nella memoria di chi dovrà andare a spulciare il database dei collaboratori, e si ricorderà di quella volta che hai telefonato per dare la tua disponibilità con una voce allegra e motivata.

Non perdere MAI la speranza.

Spostati di persona quando possibile, e investi su te stesso/a. Si impara sempre dai propri errori, e nessuno è “nato imparato”!

L’autrice: Marion Costanza Mandro, traduttrice e amministratrice delegata dell’agenzia di traduzioni Verbavox Translations.

Dopo aver conseguito la laurea triennale presso la SSLMIT di Forlì, ha conseguito il master in traduzione tecnica, economica ed editoriale presso l’E.S.I.T., e si è specializzata in traduzione tecnica e B2B.